Testimonianza di Roberta
Il mio primo incontro con Kalongo non è stato come mi aspettavo. Avendo avuto un’altra esperienza in Uganda, in Karamoja, credevo di essere più preparata al setting ospedaliero di un paese a basse risorse.
La differenza, però, è che nel 2020 sono stata in un Health Center, assimilabile in qualche modo a un ambulatorio di Medicina Generale; da qui i casi più complicati venivano inviati ai centri più grossi. A Kalongo, invece, ero il centro più grosso e dopo di noi non c’era nessun altro posto in cui mandare i pazienti critici: dovevamo gestirli lì.
Questo in prima battuta mi ha un po’ demoralizzata, perché mi sembrava di non avere molte risorse in più rispetto all’Health Center di Kangole, ma poi con il tempo ho capito come usare al meglio gli strumenti che avevo e a tirare fuori tutte le nozioni del libro di semeiotica medica che in setting come l’Italia a volte si tende a lasciare nel cassetto più remoto della memoria, avendo a disposizione molti (anche troppi) esami ematochimici e di radiologia, nel giro di poche ore, gratuitamente.
Dopo poche settimane, mi sono sentita parte del team, ho imparato tanto e dato tanto. Gli altri volontari sono incredibili, un aiuto fondamentale e una compagnia di cui non si può fare a meno. Mi sono portata a casa gioia, dolore, conoscenza, gratitudine, tante stoffe colorate e per fortuna non la malaria!